Kobarid è il nome sloveno della città di Caporetto, conosciuta per la famosa Battaglia di Caporetto dell’ottobre 1917 durante la quale l’esercito italiano fu sconfitto da quello austro-ungarico. Oltre ad essere un simbolo di commemorazione dei caduti durante la celebre disfatta, Kobarid è una delle più antiche città della Slovenia e la sua storia si può ripercorrere grazie ad un piacevole sentiero escursionistico che si districa tra le strade di Kobarid e nei boschi vicini.
INFO:
Tipologia: sentiero escursionistico
Difficoltà: E (itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche)
Sentiero segnato
Luogo: Kobarid (Valle dell’Isonzo)
Dislivello: 50 m
Lunghezza del percorso: 5 km
Tempo di percorrenza: 4 ore a/r
L’itinerario storico di Caporetto ripercorre le diverse vicende storiche della città di Caporetto, dalla preistoria fino alla Grande Guerra. L’itinerario tocca diversi punti di interesse storico, culturale e anche naturalistico. Sí, perché l’importanza storica di Kobarid è dovuta innanzitutto alla sua peculiare collocazione geografica vicino al fiume Isonzo. Fin dalla preistoria questa zona ospitò insediamenti umani proprio perché considerato un ottimo punto strategico.
L’itinerario storico di Caporetto si articola in 7 tappe:
1. IL MUSEO DI CAPORETTO
L’itinerario storico di Caporetto inizia al museo di Caporetto che, nel 1993, fu insignito del Premio per i Musei del Consiglio d’Europa. Questo museo racconta gli eventi accaduti sul fronte dell’Isonzo durante il primo conflitto mondiale attraverso l’esposizione di fotografie, oggetti e armi da guerra. Come scritto sopra, Caporetto fu teatro della terribile sconfitta del regio esercito italiano che, nel 1917, fu costretto alla ritirata fino alle sponde del Piave. Grazie ad un documentario di 20 minuti (disponibile in diverse lingue tra cui l’italiano), si ripercorrono le vicende principali della Battaglia di Caporetto e con le dettagliate spiegazioni fornite si apprende al meglio il funzionamento del metodo della guerra lampo, sperimentato per la prima volta proprio nel 1917. Una seconda parte del museo è dedicata alla storia locale e introduce la terza tappa dell’itinerario storico di Caporetto.
2. OSSARIO ITALIANO
Dal museo si prosegue verso la piazza principale della città, Trg Svobode, dove sulla destra si trova l’indicazione per l’ossario italiano. Questo venne costruito nel 1938 per volere di Benito Mussolini, il quale volle commemorare gli italiani caduti durante la battaglia del 1917. Per raggiungere l’ossario si percorre una strada asfaltata contornata dalle stazioni della via crucis. L’ossario si trova su di un piccolo promontorio, il Gradic, ed è a forma di ottagono con tre cerchie concentriche che salgono verso la sommità, dove si trova la chiesa dedicata a Sant’Antonio. Qui sono sepolti i resti di 7014 soldati, noti e ignoti: sopra le arcate, la scritta a caratteri cubitali “PRESENTE”, ricorda il richiamo alla guerra considerata da molti il conflitto più cruento di tutti.
3. TONOCOV GRAD
Dall’ossario si prosegue verso sinistra e si imbocca un sentiero sterrato. Dopo aver percorso qualche metro, bisogna tenere la sinistra. L’Itinerario è indicato con una segnaletica che indica il nome della tappa successiva. Il sentiero è in mezzo a verdi faggeti ed è di facile percorrenza. La terza tappa è la più distante e si trova in cima ad una altura rocciosa dove sono rimasti i resti di insediamenti risalenti ad epoche comprese tra l’età del rame e il Medioevo. Le prime testimonianze di insediamenti umani a Kobarid risalgano all’era della cultura Hallstattiana, una cultura dell’Europa centrale dell’età del bronzo e degli inizi dell’età del ferro. Ma Kobarid raggiunse la massima prosperità in epoca romana, tra il IV e il VI secolo d.C.
Su questa altura, alla fine del V secolo, fu costruito un centro abitato e i resti ben conservati che oggi si possono vedere collocano il Tonocov Grad tra i più importanti insediamenti elevati tardo antichi delle Alpi orientali.
4. LA LINEA DI DIFESA ITALIANA
Dopo il Tonocov Grad il sentiero inizia a scendere e ci porta fino alla strada asfaltata. A questo punto bisogna attraversare la strada e scendere lungo il sentiero che si trova dal lato opposto. In fondo, vicino alle rive dell’Isonzo, si trovano i resti di una delle tre linee di difesa dell’esercito italiano. Qui è possibile attraversare trincee e fortini, immaginando i forti disagi che i soldati provavano: buio, gelidi inverni, torride estati, e la trincea che rappresentava la loro casa.
5. LA FORRA DELL’ISONZO
Proseguendo, si raggiunge l’Isonzo, un fiume della bellezza innata. Le sue acque sono color smeraldo, pure e limpide come pochi altri fiumi al mondo. L’Isonzo raggiunge la valle di Caporetto percorrendo una gola di bianca roccia calcarea. Qui attraversiamo un ponte di legno che ci porta sulla sponda opposta, un ponte lungo 52 metri posizionato esattamente dove si trovava il ponte utilizzato dai soldati durante la prima guerra mondiale.
6. LA CASCATA DEL RUSCELLO KOZJAK
Al termine del ponte si hanno due alternative: raggiungere la sesta tappa oppure andare a destra e tornare a Caporetto. Noi abbiamo calcolato male i tempi ed essendo già molto tardi non ci siamo recati alla sesta tappa, dove si trova la cascata Kozjak. Dal ponte alla sesta tappa ci vogliono circa 30 minuti a piedi e si raggiunge la cascata Kozjak, originata dall’omonimo affluente dell’Isonzo. Dicono che sia davvero bellissima e mi dispiace molto non essere riuscita a vederla.
[ © Ufficio del turismo di Kobarid ]
7. IL PONTE DI NAPOLEONE
L’ultima tappa dell’itinerario storico di Caporetto si conclude con la traversata del Ponte di Napoleone. Questo ponte fu originariamente costruito nel 1750 e poco dopo vi passò sopra l’esercito di Napoleone e quindi venne chiamato così. Questo ponte venne distrutto dagli Austriaci in ritirata il giorno successivo alla dichiarazione di guerra, il 24 maggio 1915 e ricostruito dagli italiani prima in legno e poi in ferro.
A questo punto si attraversa il ponte e seguendo la strada asfaltata in cinque minuti si ritorna a Caporetto. Volendo ci si può fermare alla latteria Mlekarna Planika dove si trova una esposizione storico-etnologica che presenta il patrimonio dell’alpeggio e lo sviluppo dell’arte casearia nella valle dell’Isonzo.
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