“Avete mai costruito un castello in aria? Qui ce n’è uno, portato giù sulla terra e fissato per la meraviglia dei tempi”. (B. Taylor).
Da quando è entrato a far parte delle Sette meraviglie del mondo, il Taj Mahal viene visitato ogni anno da migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo. Oltre alla sua perfezione architettonica, questo mausoleo è diventato famoso in quanto simbolo dell’amore eterno.
Il Taj Mahal fu costruito nel 1632 per ordine dell’imperatore moghul Shah Jahan, in ricordo della sua moglie preferita, Arjumand Banu Begum, conosciuta anche con il nome Mumtaz Mahal.
Il loro amore era incondizionato: la principessa seguiva il proprio amato anche nelle spedizioni militari e gli dava consigli e pareri su ogni cosa. Il loro rapporto era inusuale per quei tempi: in genere le mogli, scelte in base ad accordi tra famiglie, non avevano alcun tipo di ruolo e spesso venivano segregate nei sontuosi palazzi per condurre una vita monotona.
Sfortunatamente, dopo solo tre anni dal loro matrimonio, Mumtaz, durante una spedizione militare, morì dando alla luce il quattordicesimo figlio. L’imperatore amava Mahal più di ogni altra cosa al mondo e mentre lei era ancora in vita, le fece 4 promesse: di costruire un tempio (il Taj), di sposarsi nuovamente, di essere cordiale con i loro quattordici figli e infine di fare visita alla sua tomba quando sarebbe morta. Shah Jahan soffrì molto (si narra che la sua barba e i capelli diventarono bianchi all’improvviso) ma non si dimenticò delle promesse fatte all’amata moglie: la sua tomba fu costruita per far sì che il suo ricordo potesse sopravvivere nei secoli futuri, cosi come il loro amore.
Per la costruzione del mausoleo furono impiegati 20.000 uomini e ci vollero ventidue anni per portarlo a termine.
Per accedere alla tomba bisogna varcare l’imponente porta principale, dalla quale si può vedere in lontananza il Taj che sembra piccolissimo. Gli architetti hanno voluto creare questa illusione ottica: man mano che ci si avvicina, è come se il mausoleo si ingrandisse, e una volta arrivati davanti sembra colossale.
I giardini che circondano la struttura e la fontana che separa la porta principale dal Taj sono perfettamente curati: ogni cosa è studiata nei minimi dettagli, il complesso si caratterizza per la perfetta simmetria. I quattro minareti si ergono verso il cielo, e fanno da cornice al mausoleo e più ci si avvicina più sembrano alti: anche questo è un effetto ottico voluto.
Il marmo di Makrana luccica insieme alle pietre preziose che decorano il Taj: i raggi del sole giocano sulla cupola, fino a “colorarla” di rosa al tramonto.
Essendo un luogo sacro è necessario togliersi le scarpe per entrare: percorrendo insieme ai devoti indiani il basamento di marmo su cui si erge il Taj si compie un pellegrinaggio fino all’interno dove si trova la tomba vera e propria di Mumtaz. La stanza è abbastanza buia e centro si trova la tomba (anch’essa in marmo) della principessa. Purtroppo le guardie non consentono di fermarsi ad ammirare l’interno e spesso non si riesce a vedere la tomba nè ammirare le bellissime decorazioni marmoree.
Anche la collocazione geografica del Taj Mahal non è causale infatti è stato costruito su una delle due sponde del fiume Yamuna per due ragioni: la prima è che si può ammirare dal Forte Rosso, residenza degli imperatori moghul, in questo modo Shaha Jahan poteva in ogni momento guardare la tomba dell’amata. In secondo luogo, il progetto originale prevedeva la costruzione, sulla riva opposta, di un mausoleo identico al Taj Mahal in marmo nero, che sarebbe stato la tomba dell’imperatore e che sarebbe stato collegato al Taj con un ponte d’oro e marmo. Il figlio destinato al trono, preoccupato per l’ingente somma di denaro necessaria per realizzare l’ambito progetto, non permise la costruzione e addirittura imprigionò il padre. Alla sua morte, Shah Jahan fu sepolto accanto all’amata Mumtaz ma l’aggiunta della sua tomba non era prevista nel progetto originale e questo comportò una rottura della perfetta simmetria che caratterizza il Taj.
Il marmo di Makrana
Il Taj Mahal fu costruito utilizzando materiali provenienti da tutto il mondo: solo la pietra di arenaria rossa proveniva dalla zona di Agra. Pietre preziose e semipreziose ornano il mausoleo ma senza ombra di dubbio è il marmo di Makrana che rende unico questo gioiello architettonico.
Questo marmo, proveniente dall’omonima regione indiana viene estratto a 100 m di profondità. La sua lavorazione è molto complessa e per inserire le pietre preziose è intagliato con degli strumenti appositi. La caratteristica del marmo di Makrana è che non si deteriora: con il passare del tempo resta sempre perfetto. E’ questo il motivo per cui fu scelto dagli architetti del Taj Mahal: lo scopo dell’imperatore era quello di creare un monumento funebre che ricordasse nei secoli venire l’amore per la sua Mumtaz.
Il Taj Mahal è così com’era nel 1600, quando fu costruito!
Per questo motivo, per il marmo di Makrana, il Taj Mahal è davvero senza tempo e simbolo dell’amore eterno.
Visita al Tai Mahal: cose da tenere a mente
Se si visita l’India, in particolare lo stato di Uttar Pradesh, il Taj Mahal è una visita obbligata. Essendo però anche un luogo di pellegrinaggio ci sono alcune cose da tenere a mente:
- Ingresso: per la visita al mausoleo bisogna pagare un biglietto (prezzo maggiorato ai turisti rispetto ai locali) e fare una lunga coda per i controlli. Esistono due file, una per gli uomini e una per le donne ma i tempi di attesa sono comunque lunghi! E’ consigliato non portarsi dietro molte cose cosicché quando arriverà il vostro turno, non perderete ulteriore tempo.
- Fotografie: essendo uno dei monumenti più visitati al mondo è difficile pensare di riuscire a fotografare il Taj Mahal senza anima viva. Tuttavia, verso metà pomeriggio il flusso di turisti diminuisce e i colori rosati del Taj sono uno spettacolo! Percorrendo la sponda del fiume Yamuna è possibile scattare bellissime fotografie, come anche dal Forte Rosso.
- Scarpe: nel complesso del Taj è possibile entrare con le scarpe ma per accedere al mausoleo è necessario togliersele. Se non si vuole camminare a piedi nudi vengono fornite delle babbucce di plastica da mettere sopra le scarpe; io consiglio di portarsi dietro un paio di calze in più, in questo modo si eviterà di perdere tempo per richiedere le babbucce e di stare a piedi scalzi.
- Tempo: non si può determinare con precisione il tempo da dedicare al Taj Mahal: una volta che si è davanti a questa meraviglia architettonica, difficilmente si riesce a staccarle gli occhi di dosso! A mio parere, la visita del complesso e il tempo per qualche foto portano via circa tre ore. Indipendentemente da quanto tempo si pensa di dedicarvi, bisogna sempre calcolare qualcosa in più.
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