Chi non ha mai sentito parlare di Machu Picchu? Da quando è entrato a far parte delle Sette Meraviglie del mondo moderno, il sito archeologico ogni anno viene visitato da migliaia di turisti ed è diventato il simbolo per eccellenza della cultura inca.
Ma Machu Picchu e l’intero popolo inca non sono altro che l’esito di uno sviluppo di culture peruviane che fin dall’8000 a.C. si sono insediate in Sud America.
Grazie al viaggio in Perù ho imparato tantissime cose: ad esempio, lo sapevate che in realtà il popolo inca non si chiama così? E che le origini dei peruviani sono probabilmente mongole?
Ho trovato tutto questo davvero molto interessante e non ho potuto fare a meno di scrivere questo post, dove vi racconto tutto quello che c’è da sapere sulla storia degli inca.
LE POPOLAZIONI PRE-INCAICHE
In realtà gli inca sono solo la punta dell’iceberg delle tante culture che si sono sviluppate in Perù, che sono chiamate civiltà pre-incaiche. Di queste popolazioni sono stati ritrovati numerosi reperti nelle tombe funerarie, tra cui oggetti ornamentali come collane, orecchini, pettorali, armi, tessuti e ceramiche. Questi oggetti sono un’importante testimonianza e hanno permesso agli archeologi di capire l’origine e la storia di queste civiltà, nonché le loro usanze e modi di vivere. Le ceramiche rappresentano numerosi episodi della vita quotidiana: le malattie, i mestieri, i sacrifici. Dai reperti ritrovati si comprende come tutti questi popoli pre-incaici avessero in comune molte cose.
A differenza di queste popolazioni, gli inca non ci hanno lasciato altrettanti reperti: essi infatti erano un popolo pratico, di architetti e ingegneri, e non davano molta importanza all’artigianato.
[orecchini ritrovati nelle tombe funerarie]
Si presume che i popoli pre-incaici provenissero dalla Mongolia: ne sono testimonianza non solo le raffigurazioni presenti sulle ceramiche ritrovate, ma anche i lineamenti che ancora oggi caratterizzano la popolazione peruviana.
Secondo gli studiosi, i mongoli attraversarono i ghiacciai che più di diecimila anni fa collegavano l’Asia all’America del Nord, per poi scendere lungo il continente, fino a quando non arrivarono in Sud America, dove trovarono un clima ideale per insediarsi.
GLI INCA
Come prima cosa, le guide locali ci hanno spiegato che non è corretto parlare di “popolo inca” ma di “popolo quechua”. Questa popolazione infatti parlava la lingua quechua (si pronuncia “checiua”) ed è proprio la lingua che da il nome alla popolazione. La lingua quechua è ancora oggi parlata dai peruviani, nonostante sia lo spagnolo la lingua ufficiale. Il termine “inca” indicava il capo del popolo quechua e più che un capo era considerato un leader, ed era uno solo.
Probabilmente il popolo quechua iniziò a svilupparsi intorno al 1100 d.C.
La leggenda narra che il primo inca, Manco Capac, emerse dal Lago Titicaca e per ordine del dio sole Inti, fondò Qosquo (oggi Cusco), centro dell’impero; secondo i documenti spagnoli, dopo Manco Capac ci furono altri 14 incas. Il nono inca, Pachacutec, portò l’impero al suo massimo splendore e gli diede il nome di Tawantinsuyo, che ricomprendeva 4 regioni: il Cile, la Bolivia, l’Equador e l’attuale Perù. L’impero era collegato da 23.000 km di sentieri, tutti con partenza da Cusco.
La decadenza del popolo quechua fu determinata da una guerra civile interna tra i due figli di Pachacutec: Atahualpa e Huascar. Al primo, Pachacutec aveva affidato l’amministrazione della parte nord dell’impero, mentre Huascar era rimasto a Cusco in quanto scelto come erede al trono. Ad Atahualpa questa cosa non stava bene, così iniziò la guerra tra i due fratelli.
Pizarro arrivò in America meridionale nel 1528, passando da Panama: cercava l’oro e una volta arrivato in Equador, i locali gli dissero che doveva proseguire e oltrepassare il fiume Verù. Pizarro faceva fatica a pronunciare il nome del fiume, e iniziò a chiamarlo Perù, nome attuale dello Stato. Una volta arrivato nei territori governati da Atahualpa, Pizarro venne accolto dagli indigeni con molti onori e vista la grande quantità di oro, tornò in Spagna per ottenere dal re il permesso di una spedizione ufficiale in nome della corona spagnola.
Nel frattempo Atahualpa vinse contro il fratello ma la guerra aveva devastato l’impero. Si dice che quando Pizarro tornò in Perù nel 1532, Atahualpa gli offrì dieci stanze piene di oggetti d’oro e d’argento, sperando di dissuadere lo spagnolo a conquistare le sue terre. Ma Pizarro non accettò i doni offertogli, catturò Atahualpa e poi lo uccise brutalmente. Nel giro di un secolo la popolazione quechua fu decimata: da 10 milioni a 600.000 persone.
Tutte le città inca furono rase al suolo: gli spagnoli non riuscivano a capire come degli uomini piccoli, tozzi e scuri come gli inca avessero potuto costruire edifici così perfetti, e pensando che fosse opera del diavolo, li distrussero, lasciando solo le fondamenta in modo che nei secoli futuri i nativi si sarebbero ricordarti di come gli spagnoli portarono nelle loro terre la salvezza con l’insegnamento del cristianesimo. Con le rovine e l’oro dei templi inca, gli spagnoli costruirono le chiese che oggi vediamo nelle città peruviane.
LA RELIGIONE
I quechua erano un popolo molto legato alla natura. Innanzitutto veneravano le montagne e la pachamama, la madre terra, perché la terra permetteva le coltivazioni e perché si credeva che una volta morti si ritornasse alla terra, per poi rinascere in un altro mondo.
Tutti i fenomeni naturali erano considerati sacri come ad esempio il fulmine, in quanto portava la pioggia (erano dedicati molti templi, e avevano la forma a zig zag) o l’arcobaleno, che collegava il mondo terreno con quello degli dei.
Erano venerati anche il sole, la luna e gli astri: la via lattea era un collegamento con un altro mondo e gli inca furono i primi ad osservare i suoi spazi bui, dove vedevano rappresentati gli animali.
Essendo un popolo di coltivatori osservavano il cielo e basavano il loro calendario sulla rotazione degli astri, sugli equinozi e sui solstizi. Avevano una concezione ciclica della vita e secondo loro ogni 500 anni iniziava una nuova era. Ogni anno, il primo giorno dell’anno i sacerdoti osservavano il cielo: se le pleiadi si vedevano poco, allora sarebbe stata una buona annata (soprattutto per i raccolti), se invece le pleiadi si vedevano bene, non era un buon segno e sarebbe accaduto qualcosa di negativo.
La morte non veniva concepita negativamente perché era un ritorno alla madre terra. I defunti venivano mummificati e riposti nelle tombe in posizione fetale, in modo da poter rinascere nel nuovo mondo. Il corpo veniva avvolto in bende e sulla faccia dei defunti delle classi sociali più alte veniva posta una grande maschera d’oro con gli occhi a forma di puma, animale sacro alle civiltà peruviane. Nella tomba venivano riposti anche altri oggetti personali del defunto, in modo che li potesse riutilizzare nella nuova vita.
I SACRIFICI
I sacrifici erano molto diffusi nella cultura inca. Nei templi venivano offerte le foglie di coca, la chicha (bevanda sacra agli dei a base di mais fermentato e frutti, che ancora oggi si beve) e le ceramiche. Il lama era un’offerta pregiata ma a volte venivano sacrificati anche uomini: alcune ceramiche pre-incaiche hanno rappresentazioni di sacrifici umani. Dopo una guerra, la testa dello sconfitto veniva tagliata e il sangue era bevuto dal vincitore, in modo che acquisisse la forza dell’avversario; i restanti prigionieri venivano sacrificati durante i periodi di siccità, in modo che gli dei mandassero la pioggia. In casi eccezionali, venivano sacrificati anche i bambini.
[rappresentazione dei sacrifici, rinvenuta su una ceramica]
MACHU PICCHU
La sua collocazione geografica, in mezzo alle possenti montagne all’inizio della foresta amazzonica, ha contribuito a garantire la sua sopravvivenza: è infatti l’unico esempio di città inca conservatosi fino ai giorni nostri.
Machu Picchu non fu mai scoperta dai conquistadores spagnoli, e restò sconosciuta fino al 1911, quando l’americano Hiram Bingham la scoprì casualmente, pensando di aver trovato la città di Vilcabamba, l’ultima roccaforte inca. Nonostante anni di studi e ricerche, questo luogo resta, per certi aspetti, ancora misterioso: come si chiamava originariamente? Quale funzione aveva? Perché non è stato distrutto dagli spagnoli? Queste domande sono ancora in attesa di una risposta.
Machu Picchu è stata costruita sulla montagna Machu Picchu (vecchia vetta) che si trova di fronte a Wayna Picchu, la montagna giovane. Si ritiene che prima di iniziare la costruzione della città, gli inca abbiano studiato per un anno la zona, osservando il sole e i movimenti delle stelle.
La maggior parte degli studiosi ritiene che Machu Picchu fosse un centro politico, religioso e sperimentale dove vivevano solamente 500 persone, tra cui sacerdoti, astronomi e ingegneri scelti, che provenivano da diverse zone dell’impero; tra di loro c’era un inca che si occupava di amministrare la città. L’inca non era considerato un capo ma un leader: ne è testimonianza la sua casa, che si differenzia dalle altre per il solo fatto di avere una stanza in più.
Della città si è conservato il 70% e può essere suddivisa in tre settori: urbano, agricolo, religioso.
La zona residenziale si trova nella parte bassa della città, dove si sono conservate solo le pareti delle abitazioni perché il tetto era fatto di paglia. Le pietre della parte inferiore sono più lavorate, mentre la parte superiore è più grezza in quanto veniva stuccata. Le costruzioni inca venivano realizzate con un sistema ad incastro: in questo modo riuscivano a resistere ai frequenti terremoti.
Intorno alla zona residenziale ci sono numerosi terrazzamenti, dove venivano sperimentate nuove tecniche di coltivazione.
Gli edifici religiosi sono collocati in diverse parti della città. Il tempio del sole è l’unico edificio circolare e fungeva da osservatorio, e sotto si trova il tempio della pachamama. Vicino viveva il sacerdote, che aveva la casa più grande.
Il più bello è il tempio del condor: alla base di questa costruzione c’è un’enorme pietra che rappresenta la testa del condor e le ali sono invece rappresentate dalle pareti del tempio. Qui venivano fatti numerosi sacrifici in quanto il condor era considerato sacro perché trasportava le persone defunte verso la nuova vita.
Non è chiaro il motivo per cui Machu Picchu non sia stata scoperta dagli spagnoli. Durante gli anni di studio del sito, sono state trovate 8 vie di accesso a Machu Picchu, alcune interrotte: si pensa che da Cusco sia arrivata a Machu Picchu la notizia dell’invasione spagnola e venne dato agli abitanti l’ordine di ritornare alle proprie città.
Probabilmente, per salvaguardare la città, l’inca ordinò di distruggere le vie di accesso.
La storia delle civiltà peruviane finisce nel 1528 quando gli spagnoli, guidati dal temibile Pizarro, arrivano in Perù. Inizia l’epoca della colonizzazione spagnola, di cui sono testimonianza le principali città peruviane, prima tra tutte Lima che fu fondata proprio dai conquistadores. Nonostante la decimazione della popolo quechua e la distruzione totale di tutte le città inca, grazie agli studi sui reperti ritrovati è stato comunque possibile ricostruire la storia di questo misterioso popolo sudamericano, che si è sviluppato nel corso di 6000 anni ed è stato sterminato nel giro di un solo anno.
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quante cose!!!! A partire dalla civiltà inca che in realta sarebbe quechua …al fatto che veneravano la natura e il puma era sacro…e persino la visione della morte o l interesse per le stelle che determinavano il raccolto…tutto una scoperta e tutto affascinante…trovo che sia stata una civiltà super avanti (a parte per i sacrifici, ma ognuno ha le sue pecche 😉 ) questo è senza dubbio un posto che voglio vedere…ma ti ho già detto che sto pensando al sud america da un po…quindi ogni tuo post su questo argomento per me cade a pennello! 😉 ho imparato un sacco di cose nuove concentrate in una bella lettura! Bellissimo!
Grazie mille Serena, sono contenta che tu abbia trovato interessante la loro storia 😊
Sono stata la scorsa estate ed il tuo post mi ha fatto tornare in mente le spiegazioni avute dalla guida che mi ha accompagnata a visitare questo meraviglioso sito
Ciao Stefania 😊 Penso che le guide peruviane siano molto orgogliose della loro storia e della loro cultura, vero? 😊
Molto interessante!
Grazie Giulia!! 😊😊