La Quebrada de Humahuaca è l’Argentina andina: qui l’uomo non è riuscito a imporsi e la natura regna sovrana. Questa regione ha suscitato in me lo stesso fascino della Patagonia: la Pachamama qui ha creato dei paesaggi surreali e come un pittore ha dipinto le montagne con colori pazzeschi.

 

Sono necessari almeno due giorni per visitare la Quebrada de Humauaca.
Il primo giorno lo abbiamo dedicato alla parte occidentale della Quebrada: da Pumarmarca, con la sua montagna dai sette colori, siamo saliti verso le Salinas Grandes per poi percorrere la polverosa Ruta 40 (incontrando vigogne curiose e macchine impantanate) e raggiungere San Antonio de Los Cobres, e infine siamo ritornati a Salta percorrendo la meravigliosa Quebrada del Toro.

 

[ On the road.. ]

 

Da Salta, percorrendo la Ruta 9, si raggiunge Jujuy (si pronuncia huhui!), meno affascinante di Salta ma anch’esso importante punto di partenza per le escursioni nel Nord. Per raggiungere le Salinas Grandes, da Jujuy si imbocca la Ruta 52. Questa strada, attraverso il Paso de Java, porta a San Pedro de Atacama, in Cile.

A Jujuy imbocchiamo quindi la Ruta 52. La prima sosta è Purmamarca, a 65 km da Jujuy: questo piccolo villaggio è famoso per il Cerro de Los Siete colores, una montagna che, grazie alla presenza di diversi minerali, è colorata! In tutta la Quebrada le rocce delle montagne presentano colorazioni molto varie ma questa ha la particolarità di presentare diverse sfumature di colori in un’unica parete. Le sue colorazioni sono davvero impressionanti e vanno dal rosso inteso, all’arancio, al nero e al verde!

 

[ Purmamarca e il Cerro de Los siete colores ]

 

Il villaggio di Purmamarca si trova proprio ai piedi del Cerro de Los siete colores. Nonostante presenti la classica struttura dei pueblos andini, con la piazzetta centrale e la chiesa (dedicata a Santa Lima), Purmamarca ha dovuto adattarsi al flusso dei numerosi turisti che ogni giorno vengono qui per vedere il Cerro. Sono stati costruiti alcuni alberghi e nel centro ci sono tante botteghe e banchetti. Noi siamo arrivati qui al mattino presto e non c’era ancora tantissima gente. Per chi non volesse fermarsi, il Cerro si può vedere anche dalla strada ma secondo me vale comunque la pena fare un giro per il pueblo: da ogni stradina si vede sempre la montagna colorata.

 

[ La piazza di Purmamarca ]

 

Per raggiungere le Salinas Grandes, da Purmamarca bisogna proseguire lungo la Ruta 52 e percorrerla per 60 km. La strada, completante asfaltata, sale con ripidi tornanti costeggiando un profondo canyon. Il precipizio del canyon è davvero impressionante: bisogna stare attenti mentre si guida ma ci sono molti punti panoramici dove ci si può fermare per vederlo e per scattare fotografie.

 

[ La strada che costeggia il canyon ]

 

Una volta arrivati in cima, si attraversa il passo di Potrerillos a 4170 m slm e si prosegue lungo un esteso altopiano a 3550 m. Intorno a noi il paesaggio è desertico, con le alte vette della pre cordigliera che fanno da cornice alle Salinas, che si intravedano all’orizzonte.

 

[ Le Salinas Grandes all’orizzonte ]

 

Le Salinas Grandes sono una enorme distesa di sale, completante bianca. Un volta che si arriva in prossimità delle saline si ha l’impressione di non essere in una zona arida anzi, sembra che sia nevicato perché è tutto bianco.
Il salar, dal colore bianchissimo risaltato dalla luce del sole accecante, contrasta con l’azzurro del cielo terso, creando uno scenario davvero unico!

 

[ La distesa delle Salinas ]

 

Iniziamo a camminare nella salina: il sale scricchiola sotto i nostri piedi e il sole picchia molto forte..! Raggiungiamo i bacini riempiti d’acqua che, con il sole, formano dei bellissimi riflessi azzurri. Qui lavorano molte persone perché dai laghi del sale viene estratto il nitrato di sodio, iodio, magnesio, cloruro di sodio ma anche litio.
Vicino alle Salinas ci sono delle piccole capanne costruite interamente di sale e grossi lama ci danno il benvenuto. Tutto è fatto di sale, e ci sono alcuni scultori che vendono delle piccole sculture di sale.

 

[ I bacini di acqua salata ]

 

Da qui prendiamo la Ruta 40, la celebre strada che attraversa l’Argentina da nord a sud. Questo pezzo che costeggia le Salinas e porta a San Antonio de Los Cobres è sterrato.
È davvero un’emozione percorrere questa strada: intono a noi non c’è assolutamente nulla, solo i meravigliosi paesaggi andini caratterizzati dalla presenza delle lontane vette della cordigliera e dal bianco della Salinas. Guidiamo adagio perché spesso la strada presenta grosse buche e tratti sabbiosi di difficile percorrenza. Incontriamo moltissimi gruppi di vigogne che ci attraversano la strada e ci guardano curiose!

 

[ Ruta 40 ]

 

Ad un certo punto ci dobbiamo fermare perché un coppia di viaggiatori è rimasta impantanata nella sabbia: molti tratti della Ruta 40 sono sterrati e il tragitto può presentare insidie quindi bisogna partire attrezzati e prepararsi per qualsiasi inconveniente. Armati di pala e tanta pazienza iniziamo ad aiutarli, con le vigogne che a debita distanza ci guardano curiose. Per fortuna dopo circa un’ora arrivano altre due macchine e finalmente riusciamo a passare!

 

[ Vigogne ]

 

Dopo circa un ora arriviamo a San Antonio de Los Cobres, un piccolo villaggio Andino a 3700 m slm famoso per essere la stazione di arrivo del tren a Las nubes (il treno delle nuvole). L’originaria ferrovia General Manuel Belgrano fu costruita nel 1921 con lo scopo di far correre un treno lungo tutta la cordigliera andina. Dopodiché negli anni 70 si pensò di creare un treno turistico sulla linea Belgrado ma la linea venne privatizzata. Fu solo nel 2008 che venne ripresa l’idea di un treno turistico che portasse i passeggeri tra le nuvole, ed oggi questo è davvero possibile! Il circuito di 434 km dura 16 ore, parte da Salta e arriva fino a San Antonio de Los Cobres percorrendo il viadotto La Polvorilla a 4200 m e attraversando 29 ponti e 21 tunnel, il tutto lungo la meravigliosa Quebrada del Toro (ve ne parlo più sotto).

 

[ La stazione di arrivo del treno è il piccolo pueblo ]

 

Dalla stazione si ha una vista su tutto il pueblo di San Antonio de Los Cobres.
Questo paesino è fuori dal mondo, come molti pueblos che si trovano in questa zona. Mi ricorda molto il Cile questa parte di Argentina, con le alte montagne innevate delle Ande e i locali con i tipici tratti andini. Pensate che questo a villaggio dista da Salta ben 227 km! 

Dopo questa sosta, dove ne approfittiamo per mangiare guiso de lentejas (una specie di stufato con fagioli e lenticchie) e una buona milanesa con carne di lama nel piccolo resto bar “El Malevo”, riprendiamo la macchina per scendere verso Salta ma le sorprese non sono ancora finite..!

 

[ Verso la Quebrada del Toro ]

 

Prendiamo la Ruta 51 (asfaltata), che ci permetterà di attraversare la Quebrada del Toro.
Inizialmente il paesaggio è caratterizzato da un altopiano con distese di piccoli arbusti ma dopo aver attraversato il passo Abra Blanca a 4080 m iniziamo a scendere lungo stretti tornanti che costeggiano montagne da cui spuntano cardones.
Facciamo una sosta al piccolo pueblo di Santa Rosa de Tastil per visitare il museo del vicino sito archeologico ma è già chiuso. Davanti al museo però ci sono delle pietre molto interessanti: se prendete un sasso e lo battete su queste pietre si creano diversi suoni!

 

[ Il volto della Pachamama ]

 

Alcune conformazioni rocciose sono molto curiose: incontriamo la torre di Pisa, una roccia staccata dalla montagna che ricorda la torre italiana e il volto della pachamama, una conformazione rocciosa dove il vento e l’acqua hanno disegnato il profilo del volto di una donna.

Dopo qualche tornante davanti a noi si apre la Quebrada del Toro. È quasi il tramonto e gli ultimi raggi di sole con la loro luce morbida scivolano lungo i pendii rocciosi, risaltando le mille sfumature colorate.

 

[ L’inizio della Quebrada del Toro ]

 

La Quebrada del toro è davvero stupenda: come tutte le quebrade presenti nel Noa, il paesaggio si caratterizza per gli intesi colori delle rocce. È proprio questo fattore e la varietà del paesaggio che rende unica e magica questa parte del’Argentina. Ci fermiamo più volte per scattare fotografie che non rendono giustizia ai colori di questi paesaggi.

 

 

Verso la fine della Quebrada incontriamo alcuni burros (asini), mucche e cavalli che in solitaria vagano a bordo strada. Ma il nostro sguardo è rivolto verso le montagne e ai loro colori che lentamente ci lasciamo alle spalle…

 

 

Altre immagini della Quebrada del Toro..

 

 


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8 Comments

    1. Ciao Francesca! Sono contenta che tu abbia apprezzato! Hai detto bene, una meraviglia!! Sono sicura che non deluderà le tue aspettative l’Argentina 🙂 se hai bisogno di qualche info non esitare a scrivermi, mi fa solo piacere 🙂 buona serata 🙂

  1. Ogni volta viaggio on the road con te! 😉 allora:sono innamorata di queste vigogne anche se non so assolutamente che tipo di animali siano, sembrano un mix tra alpaca, cerbiatti e non saprei! 😉 grandi che Avete aiutato i tipi incastrati con la macchina, anche a noi è successo di impantanrci con il nostro van in Australia e grazie al cielo abbiamo avuto un aiuto per uscire dalla situazione!il lago salato…È di sicuro uno dei posti in cui voglio andare!!!! Deve davvero essere strano, tutto quel bianco che non è neve…ma sale! 😉 e per il cerro wow!!!! Ma ora io sono quasi sicura di aver sentito parlare od “colline arcobaleno” …ma questo è un monte solo, quindi non stiamo parlando della stessa cosa giusto??? In ogni caso…che viaggio super!!!!!!

    1. Ciao Serena, grazie per essere passata 🙂 si le vigogne sono dei cammelli che vivono sulle Ande, simili ai lama e alle alpaca ma sono selvatiche! Le montagne di cui parli tu si trovano in Perù, dicono che siano altrettanto meravigliose 😊

  2. Foto spettacolari 🙂 Mi piacerebbe andare il prossimo anno in Patagonia e mi hanno detto che passando dalla parte cilena è meglio ma poi vedo questi posti spettacolari e credo avrò difficoltà a stillare un itinerario! Ci sono troppe posti meravigliosi da vedere 🙂

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